BUONA GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO MIEI CARI READERS! SONO SEMPRE PIU' GRATA DEL TEMPO CHE MI DEDICATE, PER LA LETTURA DEI MIEI ARTICOLI.
Oggi, per omaggiare questa giornata, vi porto la segnalazione di un libro "Il profumo delle ciliege" di Alaska Hopkins, che potete trovare sia in formato ebook che in formato cartaceo (15 euro su Amazon, editore LBRO MANIA).
Ho anche avuto modo di scambiare due chiacchiere con l'autrice che è stata veramente molto disponibile e carina.
TRAMA. New York.
Le giornate di Samanta si dividono tra il lavoro di giornalista e la piccola Tess, nata dalla turbolenta relazione con Victor, eclettico pittore di fama internazionale. Accanto a lei c'è Robert, il ragazzo della porta accanto, l'amico e compagno ideale, ma qualcosa impedisce a Samanta di innamorarsene. L'inatteso e sconvolgente rientro in gioco di Victor e la morte prematura della sorella Alesia, nonché l'inaspettata amicizia di Jack, mettono in discussione molte delle certezze che si è costruita, costringendola a guardarsi allo specchio per affrontare un passato che credeva sepolto.
INTERVISTA AD ALASKA HOPKINS.
Qui di seguito troverete le domande che ho rivolto all'autrice, devo dire che le sue risposte mi hanno colpita particolarmente e dimostrano la sensibilità e la profondità del suo animo.
1.
Quando hai iniziato a scrivere e quale è stata la tua fonte di
ispirazione?
Ho
iniziato scrivendo brevissimi racconti ispirati a una notizia del Tg, un film,
qualcosa accadutomi al supermercato, dal medico, al lavoro.
2.
Samanta è la protagonista del romanzo. Due pregi e due difetti
di questo personaggio.
Pregi: tenacia e forte capacità introspettiva.
Difetti: impulsiva e perfezionista.
3.
La tua grande abilità è quella di dare una dettagliata
descrizione psicologica dei personaggi. Qualche parola a riguardo di Alesia?
Una
donna intrappolata in un matrimonio che le sta stretto e cerca di tenere unita
una famiglia troppo difficile. Una donna che della vita e degli altri coglie
anche le note più basse. Una donna che nonostante le paure e le incertezze,
decide di darsi una rivincita. La amo!
4.
Quali sensazioni vorresti che lasciasse la tua storia ai
lettori?
La
sensazione di essere parte della storia, la sensazione che dovremmo essere più
predisposti all’introspezione verso noi stessi e gli altri, la sensazione che i
conti in sospeso vanno risolti e soprattutto: la sensazione di forte nostalgia
nel dover lasciare i personaggi dopo aver letto l’ultima pagina.
5.
Due buone ragioni per leggere “Il profumo delle ciliegie”.
Perché
regala emozioni forti spolverate di autentica ironia, ma soprattutto perché
chiunque può vedersi allo specchio in qualche spaccato del racconto.
6.
Come sei arrivata alla scelta del titolo?
E’ un
punto dolente. Avevo scelto Pensieri Imperfetti e naturalmente aveva il suo perché,
ma l’editore, che per contratto ha il diritto di cambiare, ha optato per Il profumo delle ciliegie. Lo trova evocativo. Mi sono
battuta perché venisse lasciato l’originale, ma ho perso.
7.
In quale personaggio dei tuoi romanzi preferiti, ti immedesimi?
Credo
di essere un mix. Un po’ Jo di Piccole donne, un po’ la signorina Ley e Bertha
di La signora Craddock e un po’ Rossella di Via col vento.
8.
Cosa rappresenta per te scrivere? Raccontaci un po’ di Alaska.
Bella
domanda! Credo che scrivere sia un modo per osservare la vita. E’ la strada e
la gente qualunque ad ispirarmi. Quando ero più giovane la mia esuberanza
tendeva spesso ad oscurare gli altri, specie i più introversi. Poi, con il
tempo, molto tempo, ho capito che se volevo crescere, dovevo imparare ad
ascoltare con l’intento di captare i veri segnali che gli altri mandano,
inconsciamente talvolta. E così ho finito con l’innamorarmi della poliedricità
del comportamento umano e a guardare oltre le apparenze, “oltre le parole”, per
citare una frase del mio romanzo. Amo leggere, come chiunque abbia la penna in
mano, e cucinare dolci. Mi rilassa. Faccio lunghe passeggiate in mezzo al
verde, lungo il fiume. Sola. Adoro ricavarmi degli spazi che diventano sempre
più grandi con il passare degli anni, perché ho imparato a riflettere sui
comportamenti miei e degli altri e per farlo ci vuole silenzio.
(Italo Calvino)
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