Ciao a tutti! Oggi vi propongo
un'intervista che ho somministrato a Veronica Baruta, #toptenanswer
#quattrochiacchiereconlautore riguardante il suo libro fantasy "Il dono
del destino."
TRAMA. Zeminas è in pericolo e ben presto il sangue degli uomini ne bagnerà
nuovamente la terra.
Il mostro che i Valdovia
pensavano di aver sconfitto centinaia di anni prima si è ora risvegliato.
Solo una ragazza, dotata
di poteri eccezionali e di un forte spirito combattivo, mettendo da parte le
proprie paure e le proprie debolezze, riuscirà ad unire i poteri dei saggi per
evocare la Raktas, l’incantesimo capace di sconfiggerlo per sempre.
Alexis si prepara così a
diventare la Prescelta, cioè il dono che gli Dei hanno fatto all’umanità per
poterla liberare dalle piaghe del male.
Ciao Veronica! Partecipando a #quattrochiacchiereconlautore scopriremo delle curiosità inerenti al tuo libro. Grazie per la collaborazione!
1.Quanto tempo hai
impiegato per la stesura del libro?
Ho iniziato a scrivere
questa storia una sera di tre anni fa, un po’ per gioco e un po’ per mettermi
alla prova.
Inizialmente non avrei
mai sperato di finirla né tantomeno pensavo che sarei riuscita a farla
diventare un vero e proprio libro.
Nella mia testa avevo
molte idee su cui lavorare, ma erano solo degli spunti, delle immagini, delle
sensazioni che volevo esprimere. Dopo le prime dieci pagine mi sono però
accorta che più scrivevo e più la trama e i personaggi mi si svelavano da soli,
era come se fossi guidata da una favolosa intuizione. Finito ogni capitolo
c’era già il successivo pronto per essere messo nero su bianco, io non dovevo
pensare a cosa scrivere, dovevo solo lasciare la mia fantasia libera di
stupirmi.
È stata un’esperienza
fantastica perché era come se fossi anche io un lettore, il primo ed il più
critico, il finale infatti mi è apparso chiaro solo quando mancano venti pagine
per la conclusione del libro.
Dopo parecchie sere
passate a revisionare, cambiare, cancellare ed aggiungere parole alla mia opera
posso finalmente dire di essere riuscita nel mio intento, vedendo il mio libro
completato e pubblicato, grazie anche all’immenso aiuto e sostegno che mi hanno
dato i miei famigliari.
2.Raccontaci da dove è
nata l’idea dei “Valdovia”.
I “Valdovia” sono un
compromesso tra gli Dei e gli uomini. All’interno della mia storia mi servivano
dei personaggi di spicco ma volevo anche che mantenessero delle caratteristiche
mortali ed ecco creato degli uomini cui gli Dei donarono parte dei loro poteri,
facendoli quindi rimanere per metà mortali. Cercavo di creare delle persone
sagge ma non superbe, che conoscessero i sentimenti degli uomini, quali
passioni animano i loro corpi e quali tormenti invadono i loro sogni, ma che
non né subissero gli effetti.
3.Due aggettivi che, a
tuo parere, rappresentano Konas.
“Un duro dal cuore
tenero”
Rappresenta una
persona dalla bellezza disarmante ma che non trova più piacere nella vita. Il
suo passato pesa troppo sul presente e non riesce a superarlo ed andare avanti.
I suoi atteggiamenti da duro, il carattere schivo ed impassibile lo rendono
magnifico.
Si cerca in tutti i
modi di farlo sciogliere, di riuscire a penetrare la corazza che nel tempo si è
costruito addosso, perché sotto a tutto quel ghiaccio si trova un cuore enorme
pronto a battere di nuovo.
4.Quali sono gli elementi necessari per creare una buona storia?
Secondo me gli
elementi essenziali sono principalmente due, un testo scorrevole
grammaticalmente corretto ed una trama che intrighi e che appassioni il
lettore.
Questi due elementi
devono essere la base per tutte le storie e devono svilupparsi in concomitanza.
Con la trama bisogna
riuscire a creare, all’interno della mente del lettore, la voglia di continuare
il libro, di non riuscire a staccare gli occhi dalle pagine e di aspettare,
durante la giornata, solo il momento per riprendere tra le mani il romanzo.
Colpi di scena e
suspanse sono molto utili per arrivare a questo obiettivo, senza però abusarne!
Una trama avvincente
però può essere messa in secondo piano da continui e ripetuti errori. Il testo
deve essere scorrevole, piacevole alla lettura e senza dover continuamente
incappare in enormi errori lessicali!
In ultimo, pur attenendosi
a delle linee guida del proprio genere, bisogna riuscire a creare una storia
unica e con particolari propri che la identifichino.
5.Se tu fossi al posto
di Alexis prenderesti le sue stesse scelte oppure cambieresti
comportamento/modo di agire?
Alexis mi rispecchia
molto. Una ragazza controversa che un attimo è sicura e decisa delle proprie
opinioni e l’attimo dopo si trova fragile a pentirsi delle proprie scelte.
Se fossi in lei credo
che non avrei il suo coraggio e la sua rassegnazione nel diventare un
“sacrificio umano”, sarei scappata a gambe levate lottando per la mia vita alla
prima occasione!
In ambito
sentimentale, visto il mio carattere schivo e diffidente, non mi sarei
innamorata così facilmente!
6.Consigliaci, con una
breve frase, perché leggere “Il dono del destino.”
Vi consiglio di
leggere il mio romanzo perché ha una trama avvincente, ricca di suspanse e
colpi di scena. Per gli amanti del genere può risultare una lettura scorrevole
e piacevole. Una volta iniziato non si vedrà l’ora di finirlo e scoprire quali
sfide i protagonisti dovranno affrontare.
7.Prima de “Il dono
del destino” avevi pensato ad altri titoli? Se è si, quali?
Inizialmente pensavo
di intitolarlo “La chiave”, verso metà stesura, però, il titolo mi sembrava
scontato e richiamava poco la trama del mio romanzo, così l’ho cambiato nel “Il
dono del destino”.
8. Scriveresti mai un
genere che non sia fantasy? Ad esempio un giallo o un romanzo rosa?
Sinceramente mi
piacerebbe sperimentare altri generi, sono molto attratta dai thriller e dai
gialli. Pensare allo svolgimento della trama fin dalle prime pagine è una cosa
che mi attira molto. Forse in futuro mi cimenterò anche con qualche altra categoria.
9.Hai già qualche idea
per un ipotetico futuro romanzo?
Dopo aver scritto
l’ultima parola del “Il dono del destino” nella mia mente si stavano già
formando delle immagine per un ipotetico sequel. Mi piacerebbe scrivere altri
due libri sulla storia di Zeminas, uno che tratta il post – guerra, ovvero la
ricostruzione del continente e la continuazione della storia d’amore tra i due
protagonisti, mentre nel secondo mi piacerebbe narrare la vita dei Valdovia
prima di riceve i poteri dagli Dei, quando erano ancora persone normali, come
sono stati scelti dagli Dei, le loro emozioni e le passioni che hanno dovuto
reprimere a causa della loro nuova posizione.
10. Cosa rappresenta
per te scrivere? Raccontaci un po’ di Veronica.
Sono una ragazza molto
timida e introversa e la lettura, fin da piccola, è sempre stato un modo per
scappare dalla vita reale ed immergermi in un mondo magico e perfetto.
La passione per la scrittura è venuta dopo, riuscire a mettere per iscritto
i miei pensieri e le mie emozioni era per me come uno sfogo, un modo per poter
comunicare con il mondo la tempesta di emozioni che mi invade.
Nella mia testa fluttuano milioni di idee e di personaggi che aspettano
solo di essere scritte e portate alla vita.
Ringrazio Veronica Baruta per la sua disponibilità!
Nel blog troverete anche la mia recensione su “Il
dono del destino”.
Correte a leggere questa coinvolgente storia
fantasy, non ve ne pentirete.
A presto! J
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